Benito Cicchinč

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Da ''La Città Nuova'' Ottobre 2007 - Dai ''Rilievi cromatici'' al ''Kaos a tema'':
Benito Cicchinè.


Ho assistito al montaggio alla mostra di Cicchinè, che si è svolta recentemente alla galleria Foresi; ho provato un'immediata simpatia per le sue nuove opere; che lui stesso ha definito ''Rilievi cromatici'' che cronologicamente vengono dopo quel ''Kaos a tema'' ben rappresentato anche in questa rassegna.
''Rilievi cromatici'', dunque, un figurativo moderno fatto di segni e colori che assumono corposità sulla tela e creano un intreccio di emozioni.
Benito Cicchinè si sta perciò mettendo in luce con rassegne e opere di valore; anche questa volta ha suscitato un ottimo successo ben evidenziato nel depliant che riporta giudizi critici e l'elenco delle sue esposizioni.

Un grazie alla sua tenacia, alla ricchezza di opere e alla brava Rosella Quintini che alla galleria Foresi è di casa dal momento che ne segue l'attività; costei all'inaugurazione ha riferito sull'attività stagionale della ''Foresi'' in cui ha sicuramente avuto un ruolo di rilievo nell'attività espositiva. Si tratta di un luogo di prestigio che sta a cuore all'amministrazione comunale.

Vittorio De Seriis


Vittorio De Seriis da ''La Città Nuova''.

L'artista Cicchinè fa scoprire i colori della sua vita.
Cicchinè, come ama definirsi l'artista con il suo solo cognome, ha scelto la strada primaria del colore quale elemento fortemente rappresentativo del suo vivere a stretto contatto con la ''materia'' pittorica.
Si parla di materia perché il colore si sublima in rilievi sovrapposti, onde cromatiche che si intersecano, ricreando il messaggio primario che l'artista ha concettualizzato fin dall'inizio come tema dell'opera.

Onde sinuose di colore che compongono il tema che via via generano una sublimazione totale in quei dipinti che si ispirano al ''kaos'' matematico ispirato dai frattali. Si generano forme casuali che composte e ricomposte fluttuano in uno spazio-materia inesistente dove l'assenza di prospettiva è l'elemento determinante e dove la contaminazione delle tecniche crea un elaborato di effetto ad una prima lettura, ma che nel suo percorso mostra tematiche attuali, tecnologiche e sociali.

Cicchinè vuole vivere con le sue opere e vuole con esse comunicare al fruitore degli stati d'animo fortemente attuali, nati dall'esperienza di vita profonda proiettata da sempre in un futuro che riconosciamo anche come presente.


Tratto da PRAXIS 2007
Benito Cicchinè. Civitanova Marche, Macerata.

I quadri di Benito Cicchinè (nato a Civitanova Marche) giungono ad una stilizzazione scenografica armoniosa, ispirandosi alla matrice astrale.
L'organicità è il leit-motiv, che unisce intenti estetici ed impulsi di carattere primigenio.
Legato ad una pittura riflessiva, l'artista esprime sapiente talento e vitalità, servendosi di tecniche miste, olii e acrilici, crea vigorose croste in sovra strati, in cui predomina la prospettica spaziale.

I colori, dal rosso amaranto alle terre di Siena bruciata, si intersecano sovrapponendo una serie di linee seghettate per dare origine a grafie artistiche di grande profondità. Caleidoscopie, specchi rifrangenti, schermi e rilevature, inducono il pensiero verso un mondo tecnologico in continuo movimento e rotazione. Sotto il segno di questa poliedricità si dispiegano come volani le opere, trasparendo striature mineralizzate in cui le gamme coloristiche, di lontano, paiono subire una metamorfosi, e dare così adito ad altre interpretazioni, che lasciano svolgere il bandolo del filo di Arianna e conducono ad un labirinto estatico, in cui il fruitore resta immerso in scavi ''archetipo'', ove il verde echeggia direttamente improvviso su piani sfumati tendenti ad ere geologiche il dipinto assume un carattere di corrosione primordiale, una sorta di Big Ben iniziale, promana e respira da queste tavole compattandole in un'aura che empie gherigli di vento, correnti sottomarine e subacquee profondità, da cui non è dato vedere oltre, ma che molto conferiscono a livello di fantasia individuale.

La sigla della modernità di Cicchinè è data dal prospetto che conforma un'ideale spinta coesiva verso la creazione dalla vitalità prorompente in un vivido frastagliarsi di cosmogonie: un mondo celeste e un mondo sottomarino piegano l'ala della libertà vibrante garantendoci la vita, una vita esemplificata in genesi primordiali.

Dipinti che nell'osmosi naturalistica azionano l'imprinting che ha insito nelle proprie proporzioni vocative anche l'impulso pentegrammatico riverberante sequenza a sequenza nelle testimonianze alla Du Champ, così le forme collegano uno spazio irrelando una protezione avvolgendoci visibilmente, come del resto osserviamo nell'opera dal titolo: ''Il mondo intorno'', dove la semantica artistica valuta la natura con leggerezza, astraendosi, maturando un'intensità strutturale che agglutina i piani e le sequenze ellittiche in un curvilineo dualismo teso a richiamare osmosi satellitari, creazioni estetizzanti e rappresentazioni scenograficamente astrali.

E' il cielo a riflettere quelle armonie osmotiche, ma anche a indurre nel metafisico sogno irreale i sensi trascesi nell'illuminazione che evoca le poesie di Rimbaud e Montale. Per la modernità del pensiero filosofico celato, per quelle stesure che brandiscono segmenti dalla tensione coloristica modulare, si arriva al frangere e allo spaccarsi della materia che diventa ghiaccio insidioso, venatura aperta a spazi reconditi di infinito.

Ora è il Cyber spazio, sintomatico moto che tende all'arcano e al mitico svelarsi di altri mondi sconosciuti che ci circondano e attirano la nostra mente calamitandola, a portarci lontano, con quelle ali scheggiate in olografie che paiono chiamare dalla sonda di Mars Global Surveyor, per ardire un'illusoria vicinanza verso la via spaziale di Marte, per farci comprendere che altri pianeti secernono acqua come fonte diretta di vita, e che la pittura sa ben rendere la loro esemplare autonomia. Con Cicchinè, lasciamo la spinta impressionista, per incanalarci in una speculare perfezione, in cui il disegno mette a segno quei dardi in astrazioni dalla vocazione astrofisica. Migrano le meteoriti e le nebulose della Via Lattea, spalancano lo yato primordiale delle vite che si manifestano sin dal loro primo vagito serbando quelle mitogenesi, quei vorticosi crateri, crete e canyon, sottesi a sbrogliare la fantasmagorica messe di caleidoscopie che sganciano meteore e comete da metafisici ghiacci planetari.


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