Benito Cicchinè

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Emidio di Carlo 2-7-2008
Messi di fronte al repertorio iconico di Benito Ciccinè, la prima impressione che si prova è quella di un artista di rilevante sensibilità che si lascia suggestionare da un repertorio di immagini irreali.

Non è allora possibile prendere in considerazione un percorso tematico unico così come sarebbe vano un tentativo di voler intendere il suo fare in un movimento poetico. Infatti, figurazione ed astrazione figurativa (quasi una ricerca dell'essenza spirituale) si contendono un divenire sempre ricco di ''sorprese''; vogliono essere un leitmotiv delle proprie capacità rappresentative, della propria tecnica, grafico o pittorica che sia, che induce, costantemente, all'urgenza realizzativa.

Tale processo esecutivo rende le immagini di un detonante espressivo che, in forza anche di risoluzioni sinuose o di scontati caricati accenti formali, sembra orientare verso l'Espressionismo.
Un primo ciclo di opere svela motivazioni figurative apparentemente sintonizzate con quelle degli artisti del Nord Europa. Nel tortuoso disegno dei ''paesaggi'' o nelle espressioni dei volti delle bambine sembra rileggere la realtà di una natura sconfinata e l'irreale tensione e il dramma umano dipinte nelle tele famose dell'artista di Oslo (Edvard Munch: da ''Il grido'' - 1895 - a ''Ragazze sul ponte'' - 1901).

Poi il ''disegno'' si apre con assunti che tendono ad un campo di sempre maggiore astrazione informale; un verismo interiore dell'artista emergente anche dalla forza del colore che, già presente nelle opere a monte, ora sposa una causa iconica più sostanziosamente formale ed eterogenea nelle possibili derivazioni figurative.

Implosione ed esplosioni rappresentano il terreno fertile della nuova esperienza che non guarda in superficie ma spinge la ricerca delle forze attive nella propria coscienza, dentro o oltre i singoli reperti pittorici.
Cicchinè procede senza soste noncurante di dover appartenere ad un tempo prestabilito o in uno specifico movimento artistico. Questa sua esplicita scelta rende l'apparato pittorico copioso di un humus creativo che riflette le ansie ed i valori (largamente inquietanti) della società globale alla quale partecipa con la propria storia umana ed artistica.

Pertanto, è bandita la staticità o la riflessione che spesso si accompagna all'operare razionale, seguendo le regole di un'accademia che l'artista ha da ora nel dimenticatoio e che vengono meccanicamente messe in atto alla bisogna.
Tutto questo rende il lavoro dinamico, impregnato di una sacralità che sconfina dalla figurazione tradizionale all'astrazione, appunto, dal reale, fino a quella spiritualità irreale che denota una sorta di trascendenza nel surreale mediante un sogno i cui fotogrammi appaiono rivissute ad occhi aperti.



Benito Cicchinè. Oltre Kandinsky. Civitanova Marche.
Dipingere il nuovo mondo per lasciarsi alle spalle un passato prossimo che, tuttavia, resta ancora prossimo; di conseguenza la necessità della sperimentazione di nuovi modelli figurativi, della ricerca di immagini in grado di esplicitare un filo conduttore coerente e di essenza concettuale.

Eccoci, allora, al cospetto dell'opera pittorica di Benito Cicchinè. L'artista ha reso il suo doveroso omaggio a Kandinsky, o meglio, cogliendo quelle ''sensazioni'' che l'informe astratto del maestro russo è stato capace di suscitare; poi ha dato via libera alle proprie ''percezioni'' lasciando che le stesse si evolvessero altrettanto liberamente con una pittura realisticamente attenta al soggetto nel suo aspetto formale nonché al suo valore narrativo intuitivo.

Se, dunque, l'aspetto formale è costantemente ancorato ad un lavoro descrittivo (il ''fare'' proprio della tecnica) che va oltre il ''finito di insieme'' della tradizionale composizione classica, la ragione concettuale esplicita vere e proprie ''attrazioni'' tra masse eterogenee individuate in funzione, appunto, di una specifica rappresentazione scenica (a tal proposito ecco le opere: ''Gemelle nell'amore'', ''Attrazione'', ''Verso la meta'').


BENITO CICCHINE' Civitanova Marche di Elio Succi
Subito a prima vista chi si ferma a considerare le opere pittoriche di Benito Cicchinè avverte che i racconti figurativi si svolgono su disegni di sottofondo agili e sciolti. Più il motivo si allontana dall'osservatore e maggiormente gli argomenti sono proposti in termini essenziali, non chiamano, ossia non disperdono l'attenzione nei particolari.

Mentre il soggetto protagonista in primo piano sembra voglia uscire dal quadro per andare incontro a chi si rapporta con lui. La definizione grafico-pittorica risponde all'asciuttezza della sintesi. L'artista sa cogliere le linee, le luci, i caratteri più significativi, che sono l'anima dei personaggi e delle persone..

Se ci si muove, sempre con gli occhi che guardano il dipinto, sembra che il panorama cambi o in qualche modo si svolga, sembra che il personaggio (se è presente sulla ribalta dell'opera) segua chi ad esso è interessato.
Ciò deriva da un accorgimento tecnico innovativo, forse elementare, ma che non risulta precedentemente adottato.
La variazione sta qui: il supporto pittorico non è una superficie piana, bensì curva; questo favorisce, aumenta l’effetto tridimensionale.

L'uomo è spesso presente nelle opere pittoriche di Benito Cicchinè, talvolta è solo, ma si possono vedere anche vari soggetti. Le cromie hanno una particolare freschezza ed insieme intensità. Si osservano riverberi, echi, accensioni, contrasti armonici, così che si ha l'impressione d'essere di fronte a realizzazioni a tutto tondo. Vari sono i motivi che ispirano l'artista. La figura umana è vista nella maggior parte dei casi in un contesto paesaggistico. Non di rado l'orizzonte è quello marino, i cui colori cambiano e fanno in modo che esso sia diverso, mutevole come l'umore di una persona. C'è anche qualche veduta in cui non compare alcuna presenza umana, benché tutto ad essa rimandi.

E' il caso, ad esempio, di un porto con due barche ormeggiate e un paese, che alto sulle acque, impedisce alla vista di andare oltre, lontano. E' suggestivo, quanto realistico il gioco dei colori delle case che si rispecchiano e danzano sulla superficie dell'acqua. Queste costruzioni sono una vicina all'altra, sembrano le une sulle altre, tutte insieme come se si facessero compagnia. Non sono proposte fotograficamente, ma in modo approssimativo: si tratta di volumi dai vari colori con qualche apertura o buco di finestra qua e là e con i tetti rossi. Sono idee di case, ma più vere di quelle che potremmo vedere con i nostri occhi se fossimo lì su quel molo.


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